Brutte notizie per gli amanti della birra: negli ultimi tempi i prezzi hanno avuto un rincaro notevole. Secondo le previsioni, inoltre, la produzione è destinata a diminuire. La “media” sarà sempre più cara.
Il 2022 è iniziato da poco ma, in base ai dati, sappiamo già che sarà sarà un anno terribile per gli amanti della birra.
Tutto ciò è dovuto al rincaro dei prezzi, unito alla previsione di una diminuzione della produzione. Ecco quali sono le cause.
A cosa è dovuto il rincaro dei prezzi?
Il prezzo della birra, come nel caso di molti altri prodotti e beni, negli ultimi tempi ha avuto un aumento notevole. Basti pensare agli Stati in cui la birra è particolarmente amata. Nel Regno Unito, per esempio, i cittadini britannici e irlandesi hanno visto il prezzo di una pinta di birra chiara salire da 3,96 euro a 4,80 dal 2010 al 2020. Nelle ultime settimane, il prezzo è aumentato raggiungendo i 5,30 euro.
Lo stesso vale per il Belgio. Negli ultimi dieci anni il prezzo è salito, in media, del 2,5% all’anno. Negli ultimi due anni, però, è stato riportato un aumento del 4,4%. Il rincaro dei prezzi è collegato all’aumento dei costi di produzione, come affermato dalle aziende produttrici AB InBev e Alken-Maes.
I produttori stanno affrontando un aumento delle bollette energetiche. Inoltre, c’è stato un innalzamento dei prezzi di materie prime, alluminio, imballaggi in plastica e trasporto in container.
All’aumento dei costi bisogna aggiungere la previsione di un calo del 16% della produzione a livello internazionale. In questo caso, è il riscaldamento globale ad intaccare la produzione di malto, luppolo e orzo.
Il pronostico è stato confermato da Carlsberg: una delle società più importanti per la produzione di birra, ha dichiarato di aspettarsi un rallentamento della crescita dell’utile operativo nel 2022. Il motivo principale è l’aumento dei costi delle materie prime.
“Il 2022 sarà un altro anno difficile” è stato affermato in una dichiarazione del gruppo Carlsberg in questi giorni. Oltre alle problematiche già citate, nella dichiarazione è stato menzionato anche il Covid-19 e la sua influenza sui mercati.
L’idea di Carlsberg sarebbe aumentare ulteriormente i prezzi dei loro prodotti ma con la consapevolezza che questa decisione “potrebbe avere un effetto negativo” sui consumi generali.
La situazione in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il governo ha cercato di fornire un supporto ai piccoli birrifici artigianali con la scorsa manovra di bilancio. Per i produttori che raggiungono i 10.000 ettolitri è stato applicato uno sconto sulle accise fino al 50%. Per quelli che producono fino a 30.000 ettolitri lo sconto corrisponde al 30%.
La pandemia ha avuto un impatto negativo sulla produzione, arrivando in un momento in cui i produttori artigianali e quelli industriali stavano conoscendo uno sviluppo, con una crescita nell’utilizzo delle materie prime agricole nazionali.
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In Italia, in particolare, la birra artigianale è molto apprezzata: sono circa 550.000.000 i litri che vengono prodotti annualmente. Nonostante le difficoltà e un crollo dei consumi di oltre il 15% nel 2020 con la diffusione del Covid-19, il settore è riuscito a raggiungere un valore globale di oltre 8,1 miliardi. Riuscirà a sopravvivere alle stangate in arrivo?