L’isola Hunga Tonga-Hunga Haʻapai è stata drammaticamente disintegrata in seguito all’eruzione vulcanica centinaia di volte più potente della bomba di Hiroshima
La tragedia è avvenuta nella giornata di sabato 15 gennaio, alle ore 17.15. L’arcipelago del Regno di Tonga (situato in Oceania, nell’Oceanio Pacifico meridionale) è stato sconvolto da un’eruzione vulcanica estremamente potente, che ha provocato un disastro umano e ambientale.
Ben presto sul web sono stati diffusi alcuni video che mostrano la catastrofe, drammatici e spettacolari allo stesso tempo. La portata dell’evento è stata così disastrosa che, secondo gli scienziati, un avvenimento simile potrebbe verificarsi solamente ogni mille anni.
Vulcano Tonga: i danni provocati dall’eruzione
In base a quanto dichiarato dagli studiosi, l’esplosione generata dal vulcano Tonga è stata la più potente degli ultimi trent’anni. Il boato ha provocato delle onde gravitazionali atmosferiche che hanno raggiunto lo spazio, arrivando nella ionosfera.
Si tratta di un fenomeno mai visto prima, che ha meravigliato persino gli scienziati. Nessuna eruzione precedentemente osservata aveva mai avuto degli effetti simili. Per questo motivo, sarà necessario studiare attentamente gli esiti causati dall’eruzione anche al di fuori del pianeta Terra.
La portata dell’esplosione è stata 500 volte maggiore a quella generata dalla bomba atomica su Hiroshima, in base alle stime degli studiosi della NATO. Inoltre, l’ondata della pressione generata ha fatto per due volte il giro del mondo.
Il “fungo” prodotto dall’eruzione ha raggiunto oltre i 35 km di quota ed è arrivato fino alla stratosfera, provocando tragici danni all’ambiente. Infatti, cenere e fango sono stati riversati nel mare.
Prima dell’eruzione, l’arcipelago aveva un aspetto paradisiaco. Le violente onde di tsunami (alte tra i 5 e i 15 metri), insieme alla pioggia di cenere, hanno danneggiato gravemente l’ambiente.
L’arrivo degli aiuti umanitari
Vista la situazione di emergenza, le Nazioni Unite sono intervenute coordinando gli aiuti umanitari. Il problema principale riguarda l’acqua: le piogge acide hanno inquinato tutte le riserve idriche, provocando un elevato rischio di epidemia.
Un altra questione spinosa è data dal fatto che Tonga è uno dei pochi luoghi al mondo caratterizzato dall’assenza di casi di Covid-19. Con l’arrivo del personale umanitario potrebbe presentarsi anche la minaccia della pandemia, in una popolazione già stremata a causa del disastro ambientale.
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Nonostante le preoccupazioni, finalmente, negli scorsi giorni sono arrivati i primi aerei con gli aiuti umanitari, non prima però di aver sgomberato la pista della Capitale dell’arcipelago dalla cenere. Un C 130, arrivato dalla Nuova Zelanda, è atterrato con beni essenziali, acqua e generatori.