Via libera alle bodycam della polizia. Non sarà più la nostra parola contro la loro

Di recente è arrivato dal Ministero dell’Interno il via libera per l’uso delle bodycam per le nostre forze dell’ordine. Ma cosa sono e come saranno usate?

Una recente circolare del Ministero dell’Interno, per la precisione, la 555/III-OP/DIV.1° del 18 gennaio 2022, ha sancito la possibilità, per polizia e carabinieri, di usare le bodycam per la prevenzione e repressione di reati.

Bodycam
Una bodycam in dotazione alla polizia

Il dispositivo

Ma, in dettaglio, cos’è una bodycam?

Le bodycam sono dei dispositivi di registrazione video e audio e fotografico indossabili. Noi tutti ne conosciamo la versione amatoriale e sportiva che può essere montata sul casco quando si va in bici, si scia, o si fanno lanci dal paracadute.

Videocamera personale
Una bodycam montata sulla spalla di un agente (web source)

Nel mondo, questi dispositivi sono già ampiamente utilizzati, sia nell’esercito, che dai vigili del fuoco, che nelle professioni sanitarie per una maggior tutela dei lavoratori.

Le forze dell’ordine italiane, invece, le monteranno sulla divisa, precisamente sulle spalle o sul petto e saranno attivate solo in particolari situazioni.

Quando e come si potranno usare?

Lo scopo di queste videocamere sarà quello di documentare gli eventi, tutelando gli agenti coinvolti. Troppe sono le volte in cui le versioni di agenti e persone protagoniste non coincidono e le registrazioni potranno facilmente dimostrare la realtà dei fatti.

Tali registrazioni saranno conservate dalle autorità per un periodo di sei mesi come prova.

Le bodycam non saranno attive per tutto il servizio, non stop, ma saranno attivate dal responsabile solo nel caso e nel momento in cui ravveda particolari condizioni di rischio relative alla sicurezza pubblica. Nel momento in cui tali condizioni vengano meno, la registrazione andrà interrotta.

C’è stato a lungo un dibattito circa la conformità dell’utilizzo di tali videocamere personali alla legge sulla Privacy. Il Garante si è espresso in merito, ammettendone l’utilizzo, ma vietando la registrazione continua e i sistemi di riconoscimento biometrico. Gli unici dati ammessi sono, oltre ad audio, video e foto, la data, l’ora e le coordinate geografiche. Per un’ulteriore tutela, una volta che i filmati saranno inviati ai server, dovranno essere cancellati dalla memoria della bodycam.

Il loro uso nel mondo

L’uso di questi dispositivi ha consentito, negli anni, in altri Paesi, di venire a conoscenza anche di abusi perpetrati dalle forze dell’ordine.

Non sono pochi gli eventi terrificanti filmati dalle bodycam di agenti della polizia soprattutto negli Stati Uniti.

Leggi anche -> Totò Riina è stato latitante per 25 anni: ecco come faceva a passare “inosservato”

Uno degli ultimi episodi in ordine di tempo è quello che riguarda Carlos Ingram Lopez, di ventisette anni, deceduto nel corso dell’arresto a Tucson, in Arizona. Ed è proprio il video ripreso da una delle bodycam degli agenti che ha consentito al mondo di venire a conoscenza dell’abuso di potere perpetrato dai poliziotti. La registrazione documenta come gli agenti, una volta ammanettato Carlos, lo tengano con la faccia a terra per più di dieci minuti. In quest’arco di tempo, l’uomo chiede di poter avere dell’acqua, poi afferma di non riuscire a respirare, proprio come avvenne per George Floyd, qualche minuto prima di morire.

Ben venga quindi l’uso delle videocamere personali, a tutela di tutti, forze dell’ordine e privati cittadini.

Gestione cookie