Panico sulle rive del Tevere. Cade, rischia di annegare. Ma un tuffo tempestivo e un intervento eroico evitano la tragedia. Tutto sotto gli occhi dei fotografi.
L’abbiamo conosciuto come il ragazzo dal kimono d’oro. Protagonista di film intensi, drammatici, senza respiro.
Ma stavolta l’avventura drammatica, che poteva finire senza respiro è toccata a lui. Ma è finita come un film a lieto fine.
Kim Rossi Stuart, il bello con un cuore da cattivo
Pochi sono gli attori amati dal pubblico quanto Kim Rossi Stuart.
Sullo schermo è arrivato a soli cinque anni, come si conviene a un figlio d’arte. Ma l’arte ha dimostrato rapidamente di averla. A 14 anni era già protagonista, ne “I ragazzi della valle misteriosa”, un mistery dalle tinte dark, che avrebbe segnato la direzione di tutta la sua carriera. La fama gli arriva nel ruolo di “Anthony Scott” nel giallo “Il ragazzo dal Kimono d’oro”, che lo lancia come interprete dalla doppia personalità, innocente all’apparenza ma con alle spalle ferite e drammi tali da farne una figura misteriosa e angasciante. Cambia tutto con Fantaghirò, la sua seconda fatica, una serie spensierata.
Ma tornerà presto al suo personaggio di dark boy, in una serie di film d’autore, importanti, pietre pesanti della storia del cinema italiano.
Senza Pelle, di Alessandro d’Alatri. E’, ovviamente, Lucignolo, nel Pinocchio di Benigni. Raggiunge l’apice della carriera con Le chiavi di casa di Gianni Amelio, che gli frutterà un ambitissimo nastro d’argento. E poi la gloria, con Romanzo Criminale, storia “nera” quant’altre mai, ispirata alla sanguinosa epopea della Banda della Magliana.
La criminalità è ormai il suo mestiere, tanto che nessuna scelta potrebbe essere più naturale della sua per interpretare un altro kolossal del mitra, della droga, delle rapine e del sangue. Sarà Renato Vallanzasca in “Vallanzasca, gli angeli del male”.
Quando la tragedia entra nella vita reale
Dagli schermi del cinema la tragedia ha rischiato altre volte di entrare nella vita concreta, reale di Kim Rossi Stuart. La prima volta con un terribile incidente di moto, da cui si salvò miracolosamente pochi giorni fa.
La seconda pochi giorni fa, ai bordi del Tevere, il placido fiume che divide in due la sua città di adozione. Sulle sue rive i romani amano passeggiare ed andare in bicicletta.
In questo scenario idilliaco ha fatto irruzione la morte quando il figlio di Kim, per ragioni ancora tutte da chiarire, è scivolato, rovinando nel fiume gelato di gennaio.
È apparso subito in pericolo mortale, preso dalle spire del fiume. Ma la reazione di Kim Rossi Stuart è stata pronta come quella dell’eroe di un film. Un tuffo, poche bracciate nella corrente, un abbraccio. E il bambino è stato tratto in salvo.
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Un sospiro di sollievo e un lieto fine, come non sempre i suoi film hanno avuto.