Se ne parlava da tempo, ma insieme all’obbligo vaccinale è arrivato finalmente anche l’attesissimo fondo di 150 milioni, destinato esclusivamente ai cittadini che si sono vaccinati contro il virus Sars-Covid19.
La pandemia universale ci ha abituato a notizie terribili che si susseguono una dopo l’altra. E hanno sempre l’aspetto di numeri, numeri, numeri. Numeri di infezioni, numero di morti, tasso di occupazione delle terapie intensive.
E, dalla scorsa primavera, bollettino della campagna vaccinale, prima partita in sordina, tra consegne che ritardavano o organizzazione che stentava ad avviarsi. Poi, finalmente, bollettini di vittoria di una campagna che diventava trionfale, e superava giorno dopo giorno gli obiettivi già ambiziosi.
Grazie a questa avanzata l’Italia è diventata uno dei paesi europei più vaccinati, più dell’80% sul totale della popolazione. Un numero tuttavia non sufficiente a proteggere del tutto il sistema sanitario. I rischi sono prodotti in larga maggioranza del 20% non vaccinato, specialmente nella sua parte oltre i 50 anni. È la parte più soggetta alle conseguenze gravi del Covid, fino al ricovero e alla terapia intensiva.
Da qui nasce un provvedimento che, ancora una volta, vede l’Italia tra i paesi all’avanguardia in Europa: l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione oltre i 50 anni.
L’obbligo, anche se solo parziale, è stata un’opzione molto discussa. Invocato da sindacati e confindustria, avversato (ovviamente) dagli avversari del vaccino. Molto se ne è parlato ma la decisione è arrivata solo dopo molte discussioni e resistenze, anche all’interno del mondo politico.
In particolare si sottolineava da più parti come un trattamento sanitario obbligatorio debba prevedere anche un meccanismo di indennizzi. È necessario garantire la copertura di chi, sperabilmente pochissimi, dovesse subire reazioni avverse. Un terreno discusso e, secondo autorevoli giuristi, già coperto nel momento in cui “Green Pass” e “Super Green Pass” avevano introdotto un obbligo di fatto per svolgere moltissime attività.
Il governo intende comunque uscire adesso da ogni ambiguità.
Da tempo il ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti spingeva per introdurre un fondo adeguatamente finanziato per l’indennizzo di chi dovesse subire danni permanenti (come ad esempio infermità e menomazioni permanenti) dalla immunizzazione ormai obbligatoria oltre la soglia dei 50 anni.
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Il fondo di 50 milioni nel 2022 e 100 nel 2023 entrerà nel decreto sostegni bis, offrendo un quadro di sicurezza e certezza normativa a tutti gli italiani sottoposti a vaccino contro il Covid 19.
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