Annamaria Franzoni, la verità sulla morte di Samuele dopo 20 anni dal delitto | Chi è veramente l’assassino

Il delitto di Cogne, l’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi, ucciso a soli tre anni, continua a sdegnare e a popolare gli incubi degli italiani. Forse, dopo vent’anni, emerge la verità.

Cosa c’è di più terribile della morte di un bambino? E’ contro natura, è il futuro che si interrompe, qualcosa che non dovrebbe mai accadere. Ma se c’è qualcosa che è ancora più terribile è che questa morte sia stata data per mano di qualcuno e, sempre più nell’ abisso, per mano di una madre.

Annamaria Franzoni
Annamaria Franzoni (web source)

Questa è la verità giudiziaria, il tribunale ha sancito la condanna definitiva per una mamma, Annamaria Franzoni, riconoscendola colpevole di aver ucciso suo figlio, spaccandogli la testa con 17 colpi, una mattina di gennaio di 20 anni fa.

La vicenda

Il 30 gennaio del 2002 tutta l’Italia piomba nell’incubo, un bambino di tre anni è stato ucciso in casa, da ignoti, in modo orribile, in un posto che è il simbolo della bellezza e serenità, un piccolo presepe: Cogne.

Samuele
Il piccolo Samuele (web source)

Quello che si sa è quello che racconta la sua giovane mamma, Annamaria Franzoni, che riferisce di essersi allontanata da casa qualche minuto per accompagnare il figlio più grande alla fermata dello scuolabus.

Al suo ritorno trova il piccolo morente, ricoperto di sangue nel lettone dove lo aveva lasciato. Il medico chiamato dalla donna riferisce le parole di Annamaria: “a Samuele è scoppiata la testa”.

Comincia il circo. Tutti passano per quella casa, soccorritori, inquirenti, giornalisti e anche noi, ognuno di noi che, con curiosità morbosa, e, forse con un desiderio di giustizia male espresso, abbiamo chiesto notizie, notizie e ancora notizie su quello che era successo.

Cominciano le maratone, le ricostruzioni del delitto, i plastici della casa di Cogne, l’avvicendarsi di avvocati star e lei, Annamaria, la mamma, che si offriva, in quei primi mesi, a interviste e talk show. Memorabile e forse discutibile, quell’intervista al Maurizio Costanzo show, qualche mese dopo il delitto, dove invoca la sua innocenza, mentre è già incinta del terzo figlio.

Annamaria Franzoni: chi è veramente?

Nata in provincia di Bologna nel 1971 in una solida famiglia contadina, dopo il matrimonio con Stefano Lorenzi si trasferisce con il marito in una frazione di Cogne, per vivere il loro sogno. La coppia ha due figli che nascono ad Aosta, Davide nato nel 1995 e Samuele nel 1998.

La villetta di Cogne
La villetta di Cogne (web source)

Il sogno si trasforma in un incubo di solitudine. Lontana dalla sua famiglia grande, incombente, ma anche avvolgente, con la responsabilità di crescere due bambini piccoli. Annamaria piomba nella depressione e nella nevrosi isterica, disturbo che porta a simulazione, nell’incapacità di elaborare in modo maturo i problemi. Questo è scritto nero su bianco nelle perizie psichiatriche alle quali è stata sottoposta.

Quella mattina, dopo la sua dottoressa, chiama il marito informandolo della morte di Samuele, che in realtà in quel momento è ancora vivo. All’arrivo dei  soccorritori, in elicottero, Annamaria resta in disparte, come catatonica. Samuele muore in ospedale.

E mentre lei è lì incapace di dare conforto al figlio morente, i carabinieri e chi per loro calpestano tutto, modificano la scena del crimine, ma a nessuno viene in mente di farla parlare, di portarla in caserma.

Nei giorni a venire Annamaria accuserà vicini e conoscenti del delitto e di averla perseguitata, guadagnandosi denunce per calunnia e perdendo tutte le cause.

E dopo processi, cambi di avvocato eccellenti (per un certo periodo fu suo legale anche Carlo Taormina, che però non fu pagato), finalmente arriva il silenzio, il riserbo, il carcere, la scarcerazione e la nuova vita in seno alla famiglia d’origine, con il marito ombra e i figli.

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Volevamo tutti dimenticarci di una vicenda così oscura e ignobile. Invece, all’alba nel nuovo anno, ecco, di nuovo lei, a capodanno a festeggiare con fuochi d’artificio in quella villetta, dove gli anni di suo figlio Samuele si sono fermati a tre, vent’anni fa.

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