Robbie Williams recentemente ha rilasciato un’intervista in cui spiega il suo dramma quotidiano. Il cantante è in costante pericolo di vita ed il motivo è pressoché assurdo. Tutto questo gli fa vivere la quotidianità con grande ansia.
Ha raggiunto una fama mondiale quando era ancora giovanissimo, e tutto questo gli ha causato notevoli problemi. Ora vive nell’ansia come un animale braccato.
Ansia, depressione, paura sono il prezzo della fama “esagerata” dell’ex ragazzo prodigio che oggi vive col terrore di essere ucciso da un momento all’altro.
Era ancora un ragazzo quando con la sua boy band stracciava ogni record di incasso. Milioni di dischi venduti, il record mondiale di biglietti staccati in un singolo tour.
Nato nella profonda provincia inglese nel 1974, Robbie Williams ci ha messo troppo poco per diventare uno degli artisti inglesi più venduti di tutti i tempi. A 16 anni era il membro più giovane di una band di ragazzi, I Take That. Per cinque lunghi anni il loro successo fu, come lo definisce lo stesso Williams “ridicolo”. Gli album sparivano dagli scaffali, a milioni, producendo un fiume di denaro inarrestabile e ingestibile per un ragazzo ancora adolescente. Ma era soltanto l’inizio.
Nel 1995, dopo sanguinosi contrasti con gli altri componenti della band, l’ancora giovanissimo Robbie decide di lasciare i Take That. Ma la sua stella, anziché tramontare, si accende ulteriormente, producendo ancora più successo, e ancora più problemi.
Robbie Williams diventa rapidamente l’artista solista di maggior successo che il Regno Unito abbia mai conosciuto, polverizzando le vendite anche di mostri sacri inarrivabili come Elton John. Oltre 21 milioni di dischi venduti nel suo paese, oltre 70 milioni nel resto del mondo. Sei album nella top 100 di ogni epoca, 14 singoli al primo posto della hit parade. Quello che era un fiume di soldi diventa un’alluvione, un Niagara inarrestabile e ingovernabile.
Il rischio di morire ogni giorno
Fama, business, invidia, persino odio. In una recente intervista, Robbie Williams racconta che all’inizio della sua carriera di solista qualcuno decise addirittura di eliminarlo. E non commercialmente o artisticamente. Ma assassinandolo.
Venne assoldato un killer che aveva l’incarico di ucciderlo. Ma Williams, abituato a lottare sul palco, decise di lottare anche per la vita e per la morte, con mezzi poco convenzionali. Fece appello alle sue conoscenze nella malavita per battere il terrore con il terrore, e l’aspirante killer, sentendosi a sua volta minacciato, decise di abbandonare il suo piano e rinunciare all’incarico.
Ma il pericolo non è del tutto finito. “Ancora oggi vorrei andare in giro, vivere come una persona normale, ma non posso perché c’è gente che vuole uccidermi. E non riesco ad accettarlo”.
Tutto ciò gli ha causato un perenne stato ansioso. I fan che vogliono incontrarlo lo mettono a disagio: dietro il volto sorridente di ogni sconosciuto il cantante vede un potenziale omicida. È sopravvissuto una volta, non vuole rischiare ancora.
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Una vita nel terrore è il prezzo del suo successo. Robbie Williams invidia quello sconosciuto ragazzo del Kent, che poteva andare in giro con gli amici e sorridere, senza rischiare la morte violenta ad ogni passo.