Enrico Silvestrin, un passato al Grande Fratello, ha recentemente cercato la strada del cinema. Ma invece che trovare successo e fama ha vissuto un esperienza che rischia di rovinargli la vita. E forse l’ha già fatto.
Enrico Silvestrin è un bel ragazzo. Nato a Roma nel 1972, ha uno sguardo profondo, espressivo, che sembra fatto apposta per il cinema. Lo guardi e vedi in lui un che di Clark Gable, forse. Invece è finito a fare il Grande Fratello, naturalmente VIP.
Un’esperienza nel mondo dello spettacolo, Silvestrin ce l’ha. E’ stato uno dei primi V-Jay italiani (così recita la sua biografia di wikipedia, scritta probabilmente dal Silvestrin medesimo). Per chi si chiedesse cosa vuol dire, supponiamo che la traduzione sia, grosso modo, “d jay di video”.
In seguito, passando per le abili mani di Marcello Cesena (uno dei più dotati autori interpreti registi della commedia italiana degli ultimissimi decenni) ha fatto il suo ingresso nel magico mondo dello spettacolo. E da lì, in una serie di comparsate, però di un certo peso, si è fatto vedere in un film di Muccino ed è persino arrivato a far parte della commissione artistica di un Festival di Sanremo.
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Negli anni tra 2002 e 2012 va e viene dagli schermi e dai palchi, conduce un Festival(bar) qua, appare in una serie minore là, una particina in un film. Vince anche un “Premio Margutta” presieduto da Gabriele Salvatores. E questo a testimonianza che il nostro paese ha molti difetti ma non è avaro di premi culturali. Statisticamente, tutti, prima o poi, rischiamo di riceverne uno.
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Poi è l’eclissi, da cui Silvestrin riemerge solo nel 2018, partecipando alla terza edizione del Grande Fratello VIP. Un altro titolo che il nostro grande paese non nega quasi a nessuno.
Diventato oggi “opinionista”, Silvestrin non ha voluto mancare al grande flusso di autocoscienza artistica nato negli USA col movimento “Me too”. Si è fatto forza e ha raccontato delle molestie subite per entrare (un poco) nel mondo del cinema. A 17 anni, ovvero nel 1989, un regista che, racconta Silvestrin, oggi è un “importante politico” lo ha molestato.
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Un trauma che lo segnò nell’immediato e nei mesi successivi, impedendogli di mangiare e di dormire. Stava per gettare tutti i suoi sogni e fermare la sua carriera artistica. Ma poi ha deciso di prendere da quell’episodio la forza di andare avanti contro tutto.
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Si è fermato solo al momento di fare il nome del molestatore. Sarà il prossimo passo? Nel frattempo, tutta Italia scartabella le biografie di ministri e presidenti del consiglio, o quantomeno di regione, o di commissione, alla ricerca del loro passato di registi cinematografici.
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