Anni dopo essere scomparso dai nostri schermi, Fabrizio Gatta riappare in pubblico. Ma questa volta come sacerdote. I perché di una scelta.
Vi ricordate di Fabrizio Gatta? Una delle facce gentili della nostra televisione, Fabrizio Gatta debuttò sui teleschermi nel 1996, conducendo il Concerto dell’Epifania. Il presentatore alle primissime armi ebbe un tale successo con il suo programma da vedersi affidato il programma anche nelle successive otto edizioni.
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Parlando in modo tranquillo e intelligente, quasi sussurrando (perlomeno per quanto è possibile sul piccolo schermo, Fabrizio Gatta ha fatto strada nella TV di stato. Dallo sport ai programmi per gli italiani all’estero, quello di Gatta è stato un progresso lento ma costante, che ha accompagnato serenamente gli spettatori, intrattenendo e talvolta persino aiutando a pensare.
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Come una forza tranquilla, Gatta continua la sua crescita e nel 2010 arriva a condurre Uno Mattina Weekend insieme ad Elisa Isoardi. E qui che si rivela al largo pubblico, con il suo sorriso e la sua capacità di fare intrattenimento che informa e intrattiene, senza stressare. Il passo successivo è l’apice della carriera di Gatta: Lineaverde, il programma che conduce dall’autunno del 2010 e di cui diventerà il volto. Gatta ci porta in giro per l’Italia facendocela scoprire, assaggiare, capire. La stessa formula che sarà di LineaBlu, di cui stavolta è anche autore.
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Eppure qualcosa sta maturando dentro Fabrizio Gatta. Nel 2013, all’apice del suo successo, Gatta abbandona improvvisamente il teleschermo tra lo sconcerto degli appassionati dei suoi programmi. Chi lo conosce sa che Fabrizio ha fatto un passo importante, un totale cambiamento di vita. E sarà lui stesso a raccontarlo in una intervista ad “Avvenire” in cui racconta la sua vocazione come un seme che cresce dentro, lentamente, e non come una improvvisa folgorazione.
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Una pianta però rigogliosa, come quelle che ha raccontato tante volte dalla campagna e dalla collina italiana, che fiorisce portandolo alla decisione di lasciare il teleschermo per iscriversi alla Pontificia Università Gregoriana. “Ho messo la mia vita nelle mani dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Saranno loro a decidere cosa farne”.
Oggi, al termine del suo ciclo di studi impegnativo ma sicuramente esaltante, Gatta è sacerdote nella città di Sanremo.
Il seme cresciuto sui campi di Linea Verde ha dato alla fine il suo frutto, tanto importante quanto inaspettato.
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