Una ricerca scientifica ci permette di spiegare come i marziani siano nati da un vero e proprio errore: ecco di cosa si tratta.
I marziani e la storia umana, ecco come sono collegati tra loro attraverso un errore. Sembra strano, ma è vero così. Il tutto parte con un errore dei traduttori, con i loro lavoro che è stato sempre all’ombra e definito con un lavoretto per arrotondare. Grazie a loro ecco che si è arrivati a definire in maniera errata i marziani. Andiamo a scoprire il perché di tutto ciò.
Un testo mal tradotto renderà nel migliore dei casi difficoltosa e poco piacevole la lettura, nel peggiore arriverà addirittura a cambiare la storia. Tanti gli esempi emblematici, tra cui uno che riguarda un misunderstanding che possa portare a svolte epocali fu descritto da Giovanni Bignami nel suo libro I marziani siamo noi.
La storia
Tutto ebbe inizio quando Schiaparelli osservò per la prima volta Marte con un proprio telescopio e iniziò a disegnarne la superficie. “A quel tempo all’oculare del telescopio si metteva appunto l’occhio, non una macchina fotografica o una telecamera, come oggi”: si sottolineava come ciò che si vedeva andasse poi disegnato in seguito a mano su un foglio.
Agli occhi di Schiaparelli le diversità cromatiche viste sulla superficie del Pianeta Rosso erano attribuibili alla presenza di continenti e mari, questi ultimi uniti tra loro da canali.
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Ecco cosa è accaduto riguardante i marziani
Da sottolineare come il successo del lavoro dell’astronomo italiano fu enorme, così come le sue parole e i suoi disegni arrivarono fino oltreoceano.
Questa la motivazione per cui Lowell abbandonò la carriera diplomatica per investire sull’astronomia. Lowell aveva letto dei fantomatici canali di cui parlava Schiaparelli.
Una traduzione dell’inganno che aveva reso canali non come un braccio di mare naturale come canal. Un pasticcio quindi completo, così che con la morta di Schiapparelli, Lowell iniziò a sciorinare teorie alquanto fantasiose sulla brulicante vita che animava il Pianeta Rosso.